La pinsa è storicamente molto diffusa a Roma e solo recentemente si sta facendo conoscere fuori dai confini laziali. Noi siamo tra i primi a proporla a Schio.
Le sue origini risalgono all’epoca romana. Ne parla persino Virgilio nel settimo libro dell’Eneide in un passaggio in cui narra che Enea, appena sbarcato con i suoi uomini sulle sponde del tevere, si adagia sull’erba all’ombra di un grande albero e assieme a suo figlio mangia delle “gran forme di focacce” a forma “di tavole e di quadre”. Quelle che descrive sono le antenate delle pinse, ovvero delle focacce di farine di cereali poveri mescolati con acqua, erbe aromatiche e sale. Il tutto veniva cotto su pietre piatte poste sui carboni. Il risultato era un impasto duro che veniva usato come una sorta di vassoio su cui si adagiavano altri cibi come le carni in umido.
Il termine Pinsa deriva appunto dal latino “pinsere” che vuol dire schiacciare, allungare e pestare. Questa ricetta classica nel corso dei secoli ha subito diverse rivisitazioni, che l’hanno resa un piatto leggere e gustoso.